Lettera a Leone XIV
Articolo scritto per "Avvenire" di mercoledì 7 Maggio 2025 - allora era una "Lettera al Futuro Papa"
Santità,
Sono un sacerdote diocesano, in cammino con le mie comunità e con giovani che quando incontro cerco di accompagnare nella fede, tra le sfide del mondo attuale, le loro domande pungenti e i loro silenzi non sempre decifrabili.
I giovani non ci chiedono perfezione, ma verità.
Non cercano la Chiesa dei riflettori dei protagonismi, ma quella delle luci accese dentro le case, nei cuori, nei dubbi. Non cercano superuomini spirituali, ma persone capaci di abbassarsi, di condividere la loro umanità, anche quando traballa. Non pretendono risposte preconfezionate e slogan in “ecclesiastichese”, ma adulti credibili.
Persone in grado di guardare con tenerezza, ascoltare con pazienza, insegnare con la vita e l’esperienza provata, sorridere senza maschere e – se serve – anche piangere con loro, come fa un padre, come fa una madre.
Intelligenza artificiale, algoritmi e rete hanno trasformato nel quotidiano le relazioni, il pensiero, il modo stesso di cercare la verità. I giovani ci arrivano già immersi, come se fosse un loro elemento naturale. Parlano con un chatbot prima ancora di aprirsi con un adulto. Vivono connessi eppure sovente si sentono soli. Tantissimi preti affrontano questa nuova frontiera missionaria senza demonizzare ma educando all’uso sapiente, umano e spirituale anche della tecnologia con la volontà di essere presenti anche lì, in quel “continente digitale” che oggi è - in non poche occasioni - più reale del reale.
Abbiamo bisogno di uno sguardo profetico, ma anche concreto: che ci aiuti a capire come restare umani in mezzo a ciò che è artificiale, come custodire il silenzio in un mondo che urla, e come annunciare un Vangelo che è relazione viva, in un tempo che tende a simulare tutto… tranne la vera presenza.
Non di rado, come sacerdoti, ci sentiamo piccoli davanti alla grandezza della sete di vita dei ragazzi, alla loro fame di significato. Ci scopriamo impreparati quando le domande che ci pongono toccano corde che non sempre sappiamo suonare. A volte ci sentiamo stanchi, un po’ disillusi, quasi tentati dal pensiero che “tanto ormai è tutto perduto”.
Forse sarà capitato anche a Lei, come sacerdote, di sentirsi inadeguato. Non per falsa umiltà devozionale, ma perché l’orizzonte che il ministero ci pone davanti è più grande di noi.
Condividiamo questo smarrimento con genitori generosi e educatori disponibili: ci sentiamo inadeguati davanti al mistero della vita, alla complessità del mondo, alle aspettative di chi ci guarda come fossimo un libro di risposte sicure ed è deluso quando non le trova. A volte possiamo apparire anche stanchi, sì, e un po’ feriti dalle incomprensioni, dalla solitudine o semplicemente dalla fatica del quotidiano.
Eppure, in mezzo a tutto questo, il desiderio resta e non si spegne, testardo e incrollabile: il desiderio di essere ancora e sempre servi del Vangelo, uomini che non si arrendono al cinismo di una cultura che addormenta e uniforma. Custodiamo la certezza che ogni ragazzo, anche quello più distante, più arrabbiato, più ferito… sia in realtà una terra promessa, già abitata da Dio prima ancora di ogni nostro intervento educativo.
La Sua elezione sarà per noi un segno di speranza. Un “ri-inizio”, per imparare ancora una volta a uscire. Ma anche a rientrare. A rientrare nelle nostre comunità per renderle una vera famiglia che prega, nelle nostre relazioni per farle profumare di vicina concretezza e non solo di approvazione digitale. Per rientrare nella profondità e nella bellezza di una Tradizione sempre giovane, anche se non ancora conosciuta da tanti ragazzi.
Oso chiederLe di incoraggiarci a fare entrambe le cose: a uscire, sì, per non chiuderci nella sicurezza di piccoli gruppi arroccati; ma anche a rientrare nel cuore vivo dei ragazzi, lì dove la fede si rende concreta e si racconta con la dottrina e con l’educazione umana, con i perdoni e gli incoraggiamenti e sempre… con la tavola condivisa.
Ci aiuti a riscoprire le parole semplici, i gesti veri e senza interesse, le liturgie che sappiano di casa e non di teatro. Ci permetta di sognare comunità parrocchiali che sappiano camminare con loro e guardando con desiderio ed entusiasmo a Gesù.
Con i sogni sì, ma con i piedi sulla terra.
Sarò molto impegnato allora.
A giugno cinque nuovi giochi su Apple Arcade
Un amore che si… costruisce…
Festa della Mamma con LEGO, i fiori che non appassiscono mai.
Fino a oggi negli Stati Uniti non esisteva un documento di identità vero.
Valido per tutto il territorio nazionale e corrispondente alla nostra carta d'identità, per intenderci: ora le cose cambiano.
Appunti
+ Il nuovo Papa è di Chicago ed è in missione per conto di Dio, quindi tecnicamente è uno dei Blues Brothers.
+ L'umiltà del nuovo Papa di scegliere come nome Leone in onore del figlio di Fedez
+ Trump si complimenta con il Vaticano: "Dovreste essere il 51° Stato".
+ L’America ha esportato anche il cattolicesimo.
Mafalda
Sistina 2025: i Cardinali… ridateci il telefonino!!!!
E adesso si prega!