Il conclave raccontato dall'unico che poteva
Papa Francesco in due libri biografica aveva raccontato alcune cose riguardo il conclave che l'ha eletto al pontificato.
Papa Francesco ha raccontato in due libri quanto le congregazioni generali siano state determinanti per la sua elezione. I libri sono “Spera” (Mondadori), e “Life” (HarperCollins)
Bergoglio ha raccontato che non si considerava tra i favoriti, al massimo uno con l’autorità di indirizzare un numero di voti. Nel corso delle congregazioni generali prese la parola tre giorni prima dell’apertura del conclave per un discorso breve di quattro o cinque minuti.
Il conclave si aprì il 12 marzo 2013 e nel pomeriggio, avvenne la prima votazione, l’unica della prima giornata. Francesco ha spiegato che si tratta di uno scrutinio “di cortesia”. Uno vota per l’amico, per una persona che stima… Inizia un meccanismo piuttosto noto e consolidato: quando ci sono diversi candidati forti, chi ancora è indeciso, come lo ero io, dà il suo voto a chi sa che non uscirà. Sono sostanzialmente voti “in deposito”, che attendono che la situazione si sviluppi e si dispieghi con più chiarezza».
Al pranzo del secondo giorno, l’arcivescovo dell’Avana Jaime Lucas Ortega chiese all’allora cardinale di portargli il testo del discorso tenuto alle congregazioni generali. «Non avevo nessun documento scritto, così ho ricostruito brevemente ciò che avevo detto, in quattro punti. Ortega mi chiese di poter diffondere il testo e io dissi di sì».
Nel pranzo del secondo giorno … «Alcuni cardinali europei erano seduti a un tavolo, e c’era un posto ancora vuoto. Mi chiamano: venga eminenza, venga, si sieda qui con noi. Iniziano a farmi mille domande, di tutti i tipi, sull’America Latina, sulle sue peculiarità, sulla teologia della liberazione… Spiegai i fenomeni. Mi facevano molte domande. Tanto che mi venne da pensare: mah, sembra di fare un esame… E infatti probabilmente era così: mi stavano esaminando, ero io che non l’avevo capito».
Alla quarta votazione il cardinale Bergoglio arriva a 69 voti e capisce che la soglia di 77 voti della maggioranza dei due terzi che serve alla sua elezione è “un pericolo”. Si procede quindi alla quinta votazione, ma al conteggio delle schede si verifica un imprevisto. «Prima di cominciare lo spoglio, venne fuori che ce n’era una in più: era finita sopra un’altra, durante il voto a qualcuno si erano appiccicati due cartoncini». Fu perciò necessario ripetere la votazione che portò alla sua elezione.
Bergoglio ha anche raccontato che quella sera, da nuovo pontefice, rientrò in pulmino a Santa Marta con i cardinali e cenò insieme a loro. «Alla fine del pasto il cardinale Becciu, che era il sostituto per gli Affari generali alla segreteria di Stato mi si è avvicinato: “Il papa deve fare un brindisi”. Va bene. Ho sorriso e ho alzato il bicchiere: Che Dio vi perdoni! ho detto».
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