Giuda, con un cuoricino tu tradisci...
Il Vangelo ci ricorda che basta il pensiero per commettere adulterio. I giovani interpretano la cosa con le categorie di oggi.
Un tempo erano lettere profumate, sguardi rubati e ritardi inspiegabili. Oggi, basta un cuoricino su Instagram. È il nuovo “rossetto sul colletto”. Solo digitale, ma ugualmente esplosivo. Lo dice un sondaggio di Gleeden, la piattaforma d’incontri discreti (perché ormai anche l’infedeltà ha un suo marketing elegante): il tradimento ha cambiato casa. È migrato sui social.
La Generazione Z (nati dal 1995 in poi) ha uno sguardo sospettoso ogni volta che il partner scrolla. Un like non è un gesto d’apprezzamento: è un’allerta. Un “mi piace” può voler dire “ti penso”. E un cuoricino? È una dichiarazione d’intenti. Per loro, l’infedeltà non è più un fatto di lenzuola, ma di notifiche. Il 94% dei giovani intervistati considera il sexting (messaggi, foto e video spinti) una forma di tradimento a pieno titolo. Come dare loro torto? Hanno visto abbastanza reality da sapere che la vera infedeltà comincia ben prima del contatto fisico. Comincia dal Wi-Fi.
E gli altri? La Gen X (quelli nati tra il 1965 e il 1980, noi nostalgici dei gettoni e delle dediche su Radio Deejay) è più tollerante. Il 75% considera il sexting un tradimento, certo, ma lascia spazio a qualche “sperimentazione comunicativa”. Per noi il cuore si tradisce col cuore, non con l’emoji del fuoco.
I Millennial, come spesso accade, stanno in mezzo. Hanno nostalgia dell’analogico ma vivono nel digitale. Il 76% di loro vede il sexting come un vero tradimento, e oltre la metà ha chiuso una relazione per un tradimento emotivo online. Perché, dicono, è lì che si misura la fiducia: non con le azioni, ma con l’intenzionalità. Insomma, se chatti di notte e nascondi il telefono sotto il cuscino, il problema non è la tastiera. È quello che ci stai scrivendo.
Ma torniamo ai cuoricini, questi piccoli boomerang amorosi. Il 65% dei giovani tra i 18 e i 27 anni pensa che mettere un like a una storia Instagram di una persona attraente equivalga a tradire. Il dato crolla al 25% tra i più attempati (Gen X), che probabilmente ancora pensano che il like sia un gesto garbato, tipo aprire la porta o offrire una mentina. Illusi.
Stesso discorso per i like a foto provocanti: infedeltà per il 68% della Gen Z, mentre la Gen X li vede come scivoloni estetici. I Millennial, invece, vanno col bilancino: “Se è un like ogni tanto, passi. Ma se sono sistematici, allora gatta ci cova”. Il concetto chiave per loro? Trasparenza. In amore come nei file Excel.
Infine, un dato trasversale: il digitale ha reso il tradimento più facile. E più democratico, verrebbe da dire. Il 48% degli utenti ammette di aver scoperto la scappatella via social. Altro che bigliettini trovati nella giacca. Ora basta la sezione “persone suggerite”.
Morale? Se siete Gen X, potete continuare a dire che “un like non ha mai ucciso nessuno”. Se siete Gen Z, fatevi aiutare da un’agenzia investigativa per ogni nuovo follower del vostro partner. E se siete Millennial, probabilmente avete già analizzato tutto in una chat con l’amica fidata.
Tradire non è mai stato così semplice. Né così tracciabile.
Una quantità irrisoria.
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Tra Cielo e Terra.
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