Garlasco, il selfie della giustizia.
La legge del silenzio rotto. Giudicati in tv prima ancora che in tribunale.
Di Andrea Sempio, delle nuove indagini, delle impronte sul muro e dei bigliettini nei rifiuti – sappiamo tutto. Anzi, forse troppo. Più di quanto dovremmo. Se c’è una cosa che non dovrebbe accadere in un’inchiesta giudiziaria, è proprio questa: che il pubblico venga informato prima degli avvocati. E invece.
Nelle ultime settimane giornali, siti, telegiornali hanno aperto le finestre su faldoni che dovrebbero stare ben chiusi nei cassetti della Procura.
Il nome nuovo (ma non troppo) è quello di Andrea Sempio. Era già passato da quelle parti: indagato, poi archiviato. Oggi torna in scena, grazie – o a causa – di una nuova perizia su un’impronta e su tracce di DNA. Ma il vero protagonista della vicenda è il segreto investigativo: figura giuridica fragile, ignorata, maltrattata. Una comparsa muta sul set del processo mediatico.
Il Tg1 mostra in prima serata foto tratte dalla perizia sull’impronta trovata nella casa dei Poggi. Perizia non ancora ai legali dell’indagato. Prima il TG, poi l’avvocato. Cronologia surreale ma vera.
Quindi i bigliettini trovati nei rifiuti, durante una perquisizione notturna, anche quelli finiti sui giornali.
Il punto non è affossare il diritto di cronaca. È il diritto al processo giusto, al silenzio quando serve, al rispetto delle regole che garantiscono tutti. Anche chi viene accusato. Anche chi – magari – è innocente.
Da oltre trent’anni, in Italia non si parla più di “segreto istruttorio” (archiviato con il vecchio codice penale nel 1989). Resta in piedi il “segreto investigativo”. Cambia il nome, non la sostanza: alcune cose non si devono sapere, almeno non subito. Non perché si voglia nascondere, ma perché si vuole proteggere. Le indagini, la verità, le persone.
Il codice di procedura penale è chiaro. Articolo 329: segreto interno. Vale a dire: finché un atto è solo nelle mani degli investigatori, deve restarci. Articolo 114: segreto esterno. Anche quando gli atti escono dai cassetti della Procura e finiscono sulle scrivanie degli avvocati, non significa che siano automaticamente pubblicabili.
Come però sempre più spesso accade i codici cedono il passo ai microfoni.
Il problema non è sapere. È sapere troppo presto, troppo male e troppo da una parte sola. Per un processo giusto questo è un pessimo inizio.
Appunti
+ Pino Insegno augura un infortunio a Sinner, altrimenti gli italiani guarderebbero la finale del Roland Garros e non il suo programma, trasmesso in contemporanea.
I patrioti me li ricordavo diversi.
+ Fa abbastanza riflettere che il decreto sulle liste d'attesa sia ancora in lista d'attesa.
+ Gli scudetti del Napoli si contano sulle dita di una mano. Quelle che rimarranno dopo i festeggiamenti.
+ Netanyahu incolpa Macron e Starmer di fomentare l'antisemitismo. E niente, è sempre il solito modesto.
Foto della settimana.
Bambina recuperata dopo un’esplosione a Gaza. Auguri, Piccolina!
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20 ristoranti premiati dalla Michelin (con prezzi a partire da 25 euro).
Stiamo involvendo.
Calcio sui maccheroni…
E adesso si prega!