Cellulari al bando in tutte le scuole.
E anche stavolta il Ministro non scherza e procede dritto verso gli istituti superiori
Addio cellulari: stavolta non solo si esce dall’aula, ma si finisce direttamente nel cassetto. Il ministro dell’Istruzione (e del Merito, ci tiene) Giuseppe Valditara ha deciso: i telefonini non si toccano più. Nemmeno alle superiori. Nemmeno “per fare ricerche”. Nemmeno con la scusa del compito interattivo. Basta.
Dopo averli messi al bando l’estate scorsa in materna, elementari e medie, il ministro ha esteso il divieto anche ai licei e agli istituti tecnici. La circolare è partita – puntuale, precisa, firmata di suo pugno – diretta a presidi e coordinatori delle scuole paritarie. Il contenuto è chiaro come un’equazione di primo grado: vietato usare il cellulare a scuola, durante le lezioni e durante l’orario scolastico in generale. Anche per fini didattici.
Le eccezioni? Poche, e giustamente rigorose: alunni con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento, o casi personali ben motivati. Per tutti gli altri: la tasca del giubbotto sarà l’ultima frontiera tecnologica ammessa in aula.
Valditara porta dati. Studi. Sigle importanti. Cita l’Ocse, con il suo rapporto 2024 dal titolo ottimista solo a metà (“From decline to revival” – insomma, dal declino alla speranza). Secondo l’organizzazione, l’uso eccessivo di smartphone e social network incide negativamente sul rendimento scolastico. Non solo: abbassa l’attenzione, peggiora le relazioni, e contribuisce al crollo dei voti che già non brillano.
Anche l’Istituto Superiore di Sanità dice la sua: più di un quarto degli adolescenti italiani ha un rapporto problematico con il cellulare. Si dorme meno, si studia peggio, si parla poco. E quando si parla, lo si fa con la testa chinata e il pollice che scrolla.
Inoltre il ministro ha portato la questione in Europa: al Consiglio Istruzione dell’UE ha chiesto che Bruxelles elabori una raccomandazione comune per vietare gli smartphone a scuola.
Ora la palla passa alle scuole. Entro il primo collegio docenti di settembre, si dovrà aggiornare il regolamento e il patto educativo. Vietato l’uso dello smartphone anche a fini didattici, salvo casi eccezionali. Chi sgarra, verrà sanzionato. In che modo, lo decideranno i singoli istituti. Ma il messaggio è chiaro: la campanella suona, lo smartphone tace.
E per quei professori che amano integrare video, app e quiz online alla vecchia lavagna? Rimane uno spiraglio, ma solo per gli indirizzi tecnici dedicati a informatica e telecomunicazioni. In quei casi, se il progetto formativo lo prevede, il cellulare può tornare in classe. Ma con il permesso firmato e la coscienza a posto.
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Appunti
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